I Bambini ad Haiti
Alta mortalità infantile, bassa scolarità, futuro incerto
Malnutrizione cronica e speranza di vita bassa
La mortalità infantile è molto elevata: oltre 52 bambini ogni mille muoiono entro il primo anno di vita ed oltre il 23% è afflitto da malnutrizione cronica. La speranza di vita alla nascita è bassa e si attesta sui 63 anni di età circa. L’accesso all’acqua potabile è garantito solo a meno del 58% della popolazione. Dopo il terremoto, la situazione sanitaria si è ulteriormente aggravata.
Basso tasso di scolarità ed alfabetizzazione
Il sistema scolastico di Haiti è molto arretrato e solo il 67% dei bambini tra i 6 e i 12 anni è iscritto a scuola mentre solo il 30% degli studenti della scuola primaria completa i cinque anni d’istruzione previsti. Il motivo degli abbandoni e del basso tasso d’iscrizione è legato ai costi, troppo onerosi per le famiglie haitiane. La spesa pubblica per l’istruzione non è sufficiente a garantire l’insegnamento a tutti i ragazzi.
I “Restavek”, bambini senza futuro
Termine in creolo haitiano, derivato dal francese “reste avec” (“resta con”) per chiamare quei bambini che vivono in una famiglia diversa dalla famiglia di origine con la speranza di avere delle condizioni di vita più umane, compresa la possibilità di studiare.
Tuttavia, non è raro che i minori affidati ad un altra famiglia vivano un’effettiva condizione di schiavitù, vittime di abusi di ogni genere. I restavek non sono autorizzati a parlare, se non quando devono rispondere ai “padroni” e non hanno contatti con i genitori d’origine.
La schiavitù dei restavek comincia dai 3-5 anni e ha una durata precisa: i maschi restano con la famiglia ospitante fino all’adolescenza, per poi affrontare il loro futuro che, nella migliore delle ipotesi, è di lustrascarpe; le femmine restano dalla famiglia ospitante fino alla gravidanza, per poi sperare di trovare un lavoro qualsiasi per sopravvivere da sole col bambino.